La Chiesa di S. Martino fu inaugurata il 29 ottobre 1709 sulle rovine di quella più antica risalente al ‘500, come documenta all’interno la pila dell’acquasanta che alla base reca incisa la data 1581. La facciata giallo ocra presenta una struttura semplice, sottolineata ai lati da due volute piuttosto rigide. Un’ampia finestra a serliana interrompre l’uniformità della superficie.
All’interno l’unica navata, con volta a botte e sei cappellette laterali, presenta rimaneggiamenti dovuti soprattutto ai danni subiti con l’esplosione del Forte S.Elena del 1921.
Della bella pavimentazione originaria in ardesia e quadrotti sagomati in marmo bianco troviamo traccia nello stretto presbiterio alle spalle dell’altare ottocentesco, dove funziona perfettamente un piccolo organo a canne verde, con eleganti volute dorate applicate, datato 1877.
La visita attenta della Chiesa rivela altre curiosità e sorprese.
Nella prima cappelletta a destra è ospitata una statuta di N.S. di Misericordia in marmo bianco di Carrara, databile alla fine del XVII secolo, identificabile per l’impostazione della figura e dalla caratteristica testina alata di un angelo che trattiene il manto, forse una delle quattro copie che si tramanda ornassero a Savona l’antica Via Pia, dove è ancora visibile quella nell’edicola di piazzetta Maddalena.
Sopra la bussola lignea dell’ingresso campeggia un grande dipinto a tempera su tavola con Madonna in Trono tra S. Ambrogio e S. Martino. Tutto lascia pensare ad un’opera della scuola del lombardo Bernardino Luini se non al Luini stesso (1480 – 1532) anche se l’attribuzione non è confermata. Nel dipinto il Santo di Tours è ancora il giovane cavaliere che sulla via di Amiens tagliò con la spada metà del suo mantello per donarlo a un povero. (Tema anche ripreso in una cassa lignea ottocentesca risistemata dal noto scultore savonese Antonio Brilla che viene portata in proccessione durante la Festa Patronale).
Interessante, nella tavola, il paesaggio con imbarcazioni sullo sfondo perchè richiama un’altra tela alla sinistra dell’altar maggiore che potrebbe essere attribuita con qualche incertezza al settecentesco pittore savonese Carlo Giuseppe Ratti (1737 – 1795). Nella tela, ai piedi di una Sacra Famiglia con S. Stefano (protettore dei marinai che mostra la palma del martirio) e S.Martino Vescovo, si apre un bel paesaggio marino, secondo una leggenda rappresentazione della sosta del Vescovo di Tours a Bergeggi, prima di raggiungere la Gallinara e poi la Francia.
Sulla parete di fronte un grande quadro rappresenta lo Sposalizio mistico di S.Caterina di Alessandria inginocchiata davanti alla Vergine con Bambino mentre, nell’angolo destro in basso, due angioletti sostengono la ruota uncinata del supplizio imposto alla Santa dall’Imperatore Massimino Daia prima della decapitazione, ruota che si spezzò miracolosamente al contatto del suo corpo. Il motivo è ripreso in un prezioso gruppo ligneo di S.Caterina del’700, dipinto e dorato, custodito in una nicchia a metà della navata.
L’opera più prestigiosa, tuttavia, è il Crocifisso collocato nell’abside. E’ una delle ultime opere di Anton Maria Maragliano (1664-1739) essendo stata consegnata alla Parrocchia di
S. Martino nell’agosto del 1738, neppure un anno prima della sua morte. L’attribuzione della scultura lignea al famoso artista genovese è convalidta ai documenti dell’Archivio Parrocchiale. I caratteri stilistici propri dei Crocifissi del Maragliano, quali l’armonioso snodarsi del corpo di Cristo lungo la croce, lo spossato abbandono del capo e un ampio panneggio del perizoma intorno ai fianchi, risultano poco evidenti a causa probabilmente di interventi di bottega, ma appaiono comunque apprezzabili altri tipici elementi come l’espressione rassegnata del volto e gli zigomi accentuati.
Altre opere:
– Madonna in trono con Bambino e Santi, tavola probabilmente legata all’attività giovanile di Bernardo Zenale. La Madonna in trono tiene in braccio il Bambino ed è circondata da numerosi Santi tra cui Santa Caterina. Lo schema arcaico dele figure, pur privo di impianto prospettico presenta elementi di piacevole raffinatezza;
– la Pala dell’Altare, attribuita nel passato a Filippo Lippi, oggi appare legata ai fratelli Giovanni e Francesco Del Brina di Firenze, esponenti della cultura manieristica toscana e attivi negli ultimi decenni del Cinquecento;
– Sacra Famiglia con San Giovannino tra i Santi Caterina, Zaccaria, Elisabetta e Stefano. Olio su tela riconducibile al Barocco Ligure
La Chiesa di S. Martino (e S. Caterina) non solo si presta pertanto a un intrigante percorso culturale tra ipotesi e discussioni alla scoperta di una serie di opere pregevoli collegabili a ignote botteghe liguri o a contatti con ambienti toscani e lombardi, ma addirittura si può vedere come un’interessante laboratorio dell’Arte bergeggina.

scarica qui la pianta della Chiesa

(pianta tratta dal libro “Bergeggi- Un’Isola davanti a un’isola” di Rosella Ricci)

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